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Conversazione con Sivert Lindblom (italiano) by Beate Sydhoff Konstrevy Nr 2 1967

Conversazione con Sivert Lindblom

Beate Sydhoff: Nella nostra conversazione sulle tue sculture hai presentato concetti come sentimenti primari e secondari. Che cosa intendi con una forma che non è associata con ciò che tu chiami sentimenti secondari?

Sivert Lindblom: In primo luogo devo spiegare ciò che intendo con sentimenti primari e secondari. Il sentimento secondario è basato sulle nostre dirette esperienze ed è una conseguenza di queste, è pienamente soggettivo.
Il sentimento primario, quello che è in comune a tutti, può forse spiegarsi come particolare struttura fondamentale di fattori biologici. Che esso esista è pertanto difficile da dimostrarsi.
Questo sentimento primario è certamente sia meta sia forza motrice in tutto ciò che si crea, ma non può essere trattato come mezzo. Il sentimento primario non è dunque direttamente comunicabile, ma deve prima oggettivarsi attraverso qualche mezzo e diventare cosi indirettamente comunicabile.

Che il sentimento secondario esista è chiaro, ma non è né direttamente né indirettamente comunicabile perché non è comune a tutti.
Se si vede la forma come mezzo di comunicazione, non deve’ essere allora associata con il sentimento secondario. Ci si deve concentrare sul linguaggio stesso, sulla forma. Constatare su quale piano la forma funge come mezzo di comunicazione e su questo piano cercare formulazioni precise e distinte. Utilizzare al massimo possibile l’io consapevole, l’intelletto, per potere osservare obiettivamente, con la maggiore chiarezza, le proprie esperienze.

BS: Questo significa che i tuoi lavori sono freddi, insensibili?
SL: Per. ciò che riguardi i sentimenti secondari, lo spero. Se si evitano questi momenti relativi, sorge in me un vuoto attivo che rasenta l’ideale di libertà. Un vuoto che l’osservatore stesso può ”riempire” e perciò vivere realmente. La forma del recipiente decide il contenuto.

BS: Qual è la causa per cui sei giunto a queste idee?
SL: La causa fu la limitazione della radicata convenzione delle forme. Una situazione sorge quando non si può procedere senza intenzioni molto forzate. Una specie di paralisi.

BS: Hai vissuto una libertà quando hai scoperto che potevi rigettare le sensazioni, i sentimenti secondari come mezzo?
SL: Sfruttare coscientemente i propri sentimenti è per me un paradosso. Quando là conseguenza di ciò mi fu chiara vissi veramente una grande liberazione, la sensazione ’delle massime possibilità. In tale situazione le considerazioni e le osservazioni diventano possibili, l’arbitrarietà del sentimento sparisce, non si ha più a che fare col sentimentalismo ma con un senso visivo.

BS: Si può trovare nella tua idea della forma qualche caratteristica ricorrente?’
SL: Come ho già detto prima, ho cercato di constatare come noi viviamo la registrazione delle forme e del contenuto. La scoperta della’ bi-dimensione della forma e del contenuto fu decisiva per la continuazione del lavoro.

BS: Che cosa intendi con bi-dimensionalità?
SL: Le nostre possibilità visive. Intendo che la bi-dimensionalità diventa evidente da una diretta osservazione di come i sensi e l’intelletto dell’uomo funzionano quando capiscono forma e contenuto, per esempio, la capacità dei nostri occhi di registrare qualcosa’ altro oltre la superficie delle forme.
Se noi guardiamo un cubo, lo intendiamo come un oggetto, tri-dimensionale, ma quello che noi vediamo sono superfici riunite in date posizioni. Una ”tessitura” è soltanto un fenomeno più complicato di superficie. Per farci un opinione di ciò che si trova dietro le superfici possiamo chiederlo alla nostra esperienza, anche a quella degli altri, ma è pur sempre impossibile con i nostri sensi dimostrare qualcosa, nemmeno una sezione nell’oggetto può direi qualcosa, ma soltanto ci dà nuove superfici. Le formulazioni sostanziali ’ stanno in una relazione’ simile al proprio meccanismo.
La formulazione è anche superficie e ciò che questa superficie rappresenta noi possiamo averne un concetto sol tanto at traverso la nostra esperienza.

BS: Se si trasporta il ragionamento alla tua scultura, quale sarebbe la conseguenza?
SL: La conseguenza sarebbe questa – che potrei decidere dove il mio linguaggio può essere inteso ed inoltre-potrei concentrarmi per lavorare con la maggiore chiarezza possibile. Cosi che il contenuto si troverebbe nel visibile (il più vicino a possibile alla superficie).

BS: Che cosa ha significato quando si è trattato della scelta del materiale?
SL: II materiale è diventato immediatamente indifferente e ha avuto soltanto funzione tecnica, come :sostegno della superficie.

BS: Come agisce il colore su queste superfici?
SL: II colore, come materiale, si usa professionalmente per precisare la superficie, lo si intende perciò abitualmente come bi-dimensionale. I diversi colori, le tinte, sono scelti senza valutazioni estetiche. Vale trovare colori che l ’uomo registra come informazione reale, per esempio, come sulle insegne del traffico.

BS: Non vuoi farti interprete di momenti significativi?
SL: II -significativo e il formale nei miei lavori è difficile trattarli separatamente. Il significativo è il formale e il formale è il significativo. Il contenuto l’intenzione poetica, ha avuto la sua formulazione più chiara e io non posso qui soltanto informare sull’arte di leggere, sul modo di vedere.
Per ciò che riguarda il colore devo constatare che metto questo risultato del lavoro davanti a un pubblico che, guidato dalla convenzione, mescola un contenuto caratterizzato dalla convenzione artistica, crede di vedere di più di ciò che veramente si vede. Per questanragione devo perciò rinnovare il modo di vedere e di adoperare chiarificazioni, e in tali occasioni ho qualche volta preso aiuto dal colore.
Vi sono però dettagli che esistono solamente per guidare il senso visivo.

BS: Come vuoi che l a tua scultura venga intesa?
SL: Una ulteriore conseguenza della bi-dimensionalità e del metodo di lavoro che è uscito da questa affermazione fa si che gli oggetti diventano ”immateriali” e devono essere intesi come operazioni guidate dal pensiero, registrazioni mnemoniche. L’importante è di avere l ’osservatore partecipe nelle avventure intellettuali, una specie di coproduzione nelle indagini speculative.

BS: Che atteggiamento assumi nei confronti della nuova scultura ”immateriale” in Inghilterra?
SL: Tecnicamente e formalmente sono curioso e mi sento in qualche modo affine, ma ho molta difficoltà a capire il significato dei loro lavori. Ai miei occhi sono rimasti a mezza terra? Vi è una linea convenzionale -nell’espressione della forma con la quale non posso simpatizzare.

BS: Hai nominato poco fa indagini speculative. Hanno queste qualcosa con Bauhaus?
SL: Non hanno nulla a che fare con Bauhaus. Tutto il fondo dell’idea di Bauhaus sulla forma e le sue funzioni non sono più attuali per noi.
Ciò che è del tutto chiaro ora è che siamo completamente privi di convinzione su quello che Bauhaus intendeva con forma. Idea e intenzione richiede che scegliamo quella forma che è la più effettiva come mezzo di comunicazione, sia essa semplice, composta, chiara od oscura, pura od impura.

BS: Bauhaus credeva in un mondo ’puro. La tua idea è contraria anche su questo punto?
SL: La mia idea è diversa, non si tratta di qualche situazione di contrasto. lo non cerco
di dimostrare qualcosa che esclude qual cos’ altro. Tra l’altro, per questa ragione, la tesi di Bauhaus non è interessante per me. Il modo in cui io lavoro vale in primo luogo per me solo e le mie possibilità di comunicare.

BS: La tua arte è programmatica? Hai intenzioni che portano a una méta speciale?
SL: Desidero di potere partecipare a una creazione positiva e progressiva che possa sviluppare i meccanismi dell’uomo per rendere possibile una più sfumata esperienza dell’esistenza.
La funzione sociale dell’arte.

Konstrevy 2/1967